Nei precedenti articoli ho ampiamente espresso le mie considerazioni, a livello biomeccanico, circa i vantaggi e gli svantaggi delle scarpe minimal, ed ho evidenziato i rischi che l’uso di un certo tipo di calzature può determinare. Ma a prescindere da tutte le speculazioni tecniche e teoriche, la realtà è che noi runners/consumatori siamo i veri spinners del mercato. Se abbiamo comprato una scarpa che non ci ha soddisfatto non la ricompreremo, se la scarpa non ci permette di correre come e quanto vogliamo non la ricompreremo, se ci procura dei problemi fisici non la ricompreremo.

Qual è la scarpa perfetta?

Come podologo, terapista e appassionato di corsa, mi trovo costantemente a dover rispondere alle domande dei miei pazienti e di appassionati come me circa la scarpa da corsa perfetta, o nella migliore delle ipotesi, quando la domanda si formula secondo un raziocinare più corretto, qual’è quella migliore per le esigenze del soggetto?

La risposta è semplice: Non esiste una scarpa perfetta!! Ma esistono calzature che hanno caratteristiche che possono incontrare la soddisfazione dei runners più di altre. Per questo sono necessarie alcune valutazioni cliniche e approfondimenti biomeccanici che faccio in sede ambulatoriale, con la modestia di non aver la presunzione di poter essere certo della risposta (la valutazione del comfort è, ad esempio, del tutto soggettiva), ma sicuro di poter indirizzare il soggetto verso una calzatura più adatta alla sua struttura, alla sua biomeccanica, al suo uso, al suo piede, alla superficie su cui corre, consapevolizzandolo alla scelta e all’attenzione del proprio corpo, e fornendogli gli strumenti perché questo avvenga nel modo più efficace.

E’ finito il minimalismo?

Ma ritornando al fenomeno minimalismo, possiamo tranquillamente dire che è esaurito? A parte alcuni die-hard che ancora professano la religione delle five fingers, anche per le lunghe distanze, i dati di vendita ci danno delle indicazioni piuttosto nette. Queste scarpe possono essere utili per certi tipi di allenamenti, (v. articolo sulle scarpe minimaliste) ma se si deve acquistare una sola scarpa, come molti runners fanno, sconsiglierei sempre, sempre, l’acquisto di una minimalista. Nel caso di soggetti molto leggeri, veloci, e con una biomeccanica ideale, andrei semmai su una superleggera, declinando le minimaliste ad un uso molto ridotto e specifico.

Il mercato delle scarpe è un enorme business che muove milioni di dollari, e per muoversi e gonfiarsi ha un costante bisogno di novità, di nuovi bisogni, di nuovi progetti. Noi come runners, ed io come terapista, mi sento, però, in dovere di tenere gli occhi aperti, conoscere il mercato, i nuovi modelli, le caratteristiche e le tendenze, per prevenire eventuali infortuni, per capire dove va il mercato, per conoscere e individuare le caratteristiche delle scarpe tra le quali scegliere per gli atleti che si rivolgono a me.

Come si muove il mercato?

Interessante è come, sulla scia di un progetto di calzatura di successo, magari affiancato da una filosofia non necessariamente validata scientificamente, gli altri produttori si muovano di conseguenza, ripetendo delle caratterizzazioni che poi determinano delle tendenze ricorrenti trasversalmente sull’offerta di tutte le marche presenti sul mercato. E’ successo con le motion control, ed è successo con le minimaliste, e sta verificandosi lo stesso fenomeno con le massimaliste.

Il mercato è pronto ad intercettare sempre una fetta di mercato, consapevole o attenta alla nuova tendenza, sviluppando magari dei progetti più o meno ibridi che ripetano le stesse linee, le stesse filosofie, o le stesse sensazioni. Ma per una politica di frazionamento dei rischi i produttori devono trovarsi pronti ad intercettare le esigenze più varie, offrendo prodotti con caratteristiche diversificate, e non abbracciando, nella maggior parte dei casi, un’ortodossia filosofica pericolosa per le loro casse. Pochi sono i produttori che possono permettersi una coerenza di offerta tecnica, che in quei rari casi è determinata dalla specificità del prodotto che offrono, che d’altronde ne fa o ne ha fatto la loro fortuna. I produttori, a parte casi rari, non definiscono un’offerta tipologica precisa, non si sbilanciano, preferiscono offrire un ventaglio di prodotti, o paradossalmente l’ibridazione di paradigmi anche contrastanti, che volgano più o meno verso le tendenze più attuali e redditizie.

Qual’è la tendenza attuale?

Ebbene la tendenza attuale è quella dell’ultracushioning: il massimalismo!!

Sulla base del mio approccio al problema saremmo portati ad etichettare questo fenomeno come una semplice corrente del mercato, che arriva alla fine di una tendenza opposta, quella del minimalismo, come un qualsiasi pantalone a sigaretta che segue quello a zampa d’elefante, e la vita alta che lascia il posto a quella bassa, o arriva il risvoltino…

Ma non è proprio così: quando il fenomeno è duraturo, e la funzionalità della forma risponde effettivamente ad un bisogno, (che nella corsa può essere anche estetico, ma che non può essere mai solo estetico!!) significa che ha incontrato più volte il favore dei runners, che hanno dimostrato soddisfazione nel prodotto e lo ricomprano. Qui la forma ha dettato la funzione.

Chi lo dice? Lo dicono i numeri, e non si tratta di un fenomeno di nicchia, accompagnato da una nuova filosofia del correre da tutorializzare con qualche video su youtube. Le vendite parlano chiaro, e i volumi sono duraturi e in crescita. Sbaglieremmo, quindi, se non andassimo a definire una serie di aspetti particolarmente interessanti, peraltro ben definiti, ancora una volta, ineluttabilmente, da dei dati di vendita particolarmente illuminanti.

Cosa dicono i dati di vendita?

I dati sono riferiti alle vendite di Running Wharehouse in USA, nel primo quadrimestre del corrente anno (2017). MSRP sta per prezzo suggerito dal produttore, un dato abbastanza importante a fronte di voluminosi dati di vendita, che sembrano non tenere conto del prezzo più elevato della media per questa tipologia di scarpe.

Men’s Best Selling Running Shoes – Q1

fonte: http://blog.runningwarehouse.com/gear/rs/best-selling-running-shoes-spring-2017/

Rank Shoe Model and Color MSRP
1. Saucony Kinvara 7 Men’s Shoes Slime/Black 110.00
2. HOKA ONE ONE Clayton Men’s Shoes Green/Blue 150.00
3. HOKA ONE ONE Hupana Men’s Shoes Black/Dark Shadow 115.00
4. Nike Zoom Victory 3 OC Unisex Spikes Multi-Color 125.00
5. Altra Escalante Men’s Shoes Gray 130.00
6. Saucony Kinvara 7 Men’s Shoes Orange/Citron/Black 110.00
7. Nike Zoom Rival SD 2 Unisex Throw Shoes Hyper Cobalt (SOLD OUT) 65.00
8. Nike Zoom Streak LT 3 Unisex Shoes White/Volt/Black 80.00
9. HOKA ONE ONE Arahi Men’s Shoes Midnight Navy/Gold 130.00
10. Nike Zoom Rival SD 2 Unisex Throw Shoes Multi (SOLD OUT) 65.00
11. Altra Escalante Men’s Shoes Blue 130.00
12. HOKA ONE ONE Clayton Men’s Shoes Red/Acid 150.00
13. HOKA ONE ONE Clayton Men’s Shoes Citrus/White 150.00
14. Saucony Kinvara 7 Men’s Shoes Black/Purple/Orange 110.00
15. Saucony Kinvara 7 Men’s Shoes Black/White (SOLD OUT) 110.00
16. HOKA ONE ONE Clifton 3 Men’s Shoes Black/Anthracite 130.00
17. HOKA ONE ONE Clifton 3 Men’s Shoes Medieval Blue/Gold 130.00
18. HOKA ONE ONE Clifton 3 Men’s Shoes Blue/Red Orange 130.00
19. Altra One 2.5 Men’s Shoes Black 100.00
20. Saucony Kinvara 7 Men’s Shoes Red/Citron 110.00

 

Perché i dati di vendita degli Stati Uniti? E che cosa evidenziano?

Ho ritenuto interessante prendere i dati di vendita degli Stati Uniti semplicemente perché il fenomeno da tratteggiare negli Stati Uniti è una chiave di lettura per quello che succederà in Italia, come da sempre è stato per tutti i fenomeni e le tendenze nella corsa, compresa quella del minimalismo, che sempre da lì proviene.

Emerge subito che ci sono otto HOKA ONE ONE nelle prime venti posizioni di vendita, non tenendo di conto, per mancanza di numeri, dell’eventuale classifica di marca con modelli aggregati prescindendo dal colore, che potrebbero far scalare le Hoka di qualche posizione in più in alto…

La tabella ci fornisce dati piuttosto interessanti per una scarpa che ha delle caratteristiche particolari e che si fa manifesto di un movimento, quello del Massimalismo, ormai ampiamente affermato negli Stati Uniti, ma per qualcuno ancora una semplice controtendenza rispetto al minimalismo. Inutile evidenziare cosa agli occhi dei lettori più attenti non sarà sicuramente sfuggito, e cioè che non c’è la benché minima presenza di Vibram, né di altre calzature tipicamente minimaliste, ma semmai di qualche leggera e chiodata da gara. Questo definisce in maniera netta ed incontrovertibile che il fenomeno riduzionista della scorsa decade è ormai andato a cercare successo in altri mercati, e che adesso i runners, almeno in USA, si stanno indirizzando verso il massimalismo, senza però imbibirsi delle evangelizzazioni che avevano invece preceduto e contraddistinto il fenomeno riduzionista.

Si tratta di un fenomeno completamente nuovo?

In realtà no. Per chi pensa che queste scarpe siano una novità assoluta, il fatto che nel 2015 le Hoka One One fossero già le più vendute, e il minimalismo già ampiamente scomparso, è un altro dato piuttosto interessante:

Men’s Top7 Road Shoes 2015 (fonte: sevenhillsrunningshop)
1-Hoka Clifton (v1 and v2)
2-Altra Torin 2.0
3-Pearl Izumi Road N2
4-Topo Fli Lyte
5-Pearl Izumi Road N3
6-Pearl Izumi Road M3
7-Altra One 2.5

Nel prossimo articolo approfondiremo le caratteristiche di queste scarpe massimaliste evidenziandone pregi e difetti.